Non comprare questo tipo di irrigatore: ecco perché spreca acqua e soldi

I sistemi di irrigazione svolgono un ruolo chiave nella gestione dell’acqua nei giardini, orti e aree verdi private. Tuttavia, alcune tipologie di irrigatori tradizionali, come i modelli a pioggia oscillanti o rotativi, risultano spesso poco efficienti sia dal punto di vista del consumo idrico sia dal punto di vista economico. Questi dispositivi sprechano una quantità considerevole di risorse e comportano spese inutili nel medio e lungo termine.

Perché alcuni irrigatori causano sprechi

Gli irrigatori a pioggia tradizionali sono concepiti per coprire vaste superfici in modo uniforme, ma l’acqua viene nebulizzata nell’aria prima di raggiungere il suolo. Questo metodo comporta numerose criticità:

  • Evaporazione intensa: in particolare durante le ore calde della giornata, gran parte dell’acqua irrorata evapora prima di entrare in contatto con le radici delle piante, riducendo drasticamente l’efficacia dell’irrigazione.
  • Dispersione fuori dall’area desiderata: il getto diffuso degli irrigatori non permette di indirizzare l’acqua solo dove serve, provocando bagnature inutili su camminamenti, muri, aree pavimentate o zone già sufficientemente umide.
  • Uniformità non adatta a tutte le piante: giardini e orti ospitano specie con esigenze idriche diverse; un’irrigazione indifferenziata comporta sia eccessi che carenze localizzate.
  • Rischio di ristagni e ammaloramenti: la distribuzione eccessiva può causare ristagni idrici che favoriscono funghi, marciumi radicali e crescita di erbacce.

L’uso continuativo di questi dispositivi comporta quindi un elevato spreco di acqua e una maggiore spesa per chi sostiene i costi di approvvigionamento, soprattutto se si attinge dalla rete idrica pubblica.

Soluzioni per un’irrigazione più efficiente

Per contrastare gli sprechi e ottimizzare il consumo di questa risorsa fondamentale, esistono alternative molto più efficaci:

  • Irrigazione a goccia: nota anche come microirrigazione, questa tecnica veicola l’acqua direttamente alle radici delle piante attraverso tubicini e gocciolatori, svolgendo il compito in modo preciso e limitando al massimo le perdite per evaporazione o dispersione. Un sistema di controllo temporizzato permette inoltre di somministrare la quantità d’acqua ideale in fasce orarie fresche, ad esempio durante la notte, aumentando l’efficienza e permettendo una drastica riduzione dei consumi.
  • Programmazione e automazione: centraline elettroniche e sensori di umidità permettono di irrigare solo quando serve e nelle quantità realmente necessarie. La tecnologia consente di sospendere automaticamente l’irrigazione in caso di pioggia o di terreno già umido.
  • Pacciamatura: ricoprire il suolo con uno strato isolante di materiali naturali (come corteccia o lapillo), oppure utilizzare teli specifici, conserva l’umidità del terreno e riduce la necessità di irrigazioni frequenti.
  • Utilizzo di acqua piovana o reflua depurata: installare cisterne per raccogliere l’acqua piovana quando possibile e, dove consentito, riutilizzare acqua grigia opportunamente trattata rappresentano strategie virtuose per tagliare i consumi idrici e i costi.
  • Formazione di conchette: scavare lievi concavità attorno alle radici raccoglie e indirizza l’acqua dove serve, evitando dispersioni e ottimizzando i volumi impegnati.
  • Scelta oculata delle piante: adottare varietà a bassa esigenza idrica, piantumando tra l’altro esemplari autoctoni o adatti al clima locale, permette di minimizzare la necessità di irrigazione costante.

Differenze tra irrigatori tradizionali e sistemi avanzati

SistemaConsumo d’acquaEfficienzaSprechi
Irrigatore a pioggia tradizionaleMolto elevatoBassaElevati per evaporazione e dispersione
Microirrigazione (a goccia)BassoMolto altaMinimi (solo alle radici)
Irrigazione manuale con tuboBasso-medioMediaVariabile, spesso maggiore se non gestita con attenzione
Impianti automatizzati con sensoriMolto bassoMassima, irrigazione ottimizzataQuasi nulli

Risulta evidente che i sistemi più avanzati consentono di migliorare il bilancio idrico e i costi di manutenzione e gestione, soprattutto se abbinati alle tecniche di risparmio e alle colture idonee al clima.

Lo spreco idrico: conseguenze per l’ambiente e il portafoglio

L’utilizzo non efficiente degli irrigatori tradizionali si traduce in costi aggiuntivi e danni ambientali:

  • Aumento della bolletta: il consumo eccessivo comporta un incremento significativo delle spese per acqua, rendendo la manutenzione delle aree verdi molto più costosa nel tempo.
  • Esauribilità della risorsa idrica: l’acqua non è inesauribile; il suo abuso può contribuire ai periodi di scarsità o addirittura a limitazioni d’uso in estate e in situazioni di emergenza climatica.
  • Impatto sugli ecosistemi locali: la raccolta eccessiva di acqua dai corsi naturali può compromettere equilibri delicati come falde e habitat acquatici.
  • Rischio di inquinamento e crescita di infestanti: le irrigazioni abbondanti favoriscono il dilavamento di fertilizzanti e fitofarmaci verso le falde, oltre a una crescita indesiderata delle erbe infestanti nel giardino.

Passare a sistemi di irrigazione mirata e controllata non solo porta un notevole risparmio economico, ma contribuisce anche in modo significativo alla sostenibilità ambientale delle pratiche di giardinaggio.

Ulteriore vantaggio, per chi è sensibile agli incentivi, riguarda la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali, come detrazioni per interventi di risparmio idrico, nell’ambito delle ristrutturazioni edilizie o dell’acquisto di apparecchiature innovative.

In sintesi, evitare i sistemi di irrigazione inefficaci è una scelta responsabile e lungimirante. L’adozione di tecniche moderne come la microirrigazione permette di ottimizzare sia l’uso dell’acqua che il benessere delle proprie piante, riducendo al minimo le perdite e il dispendio economico per ogni stagione.

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